Intervista a Cecilia Gandolfi, esperta India e Sud Est Asiatico Holiram

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1. Da dove nasce la tua passione per i Viaggi e per lo Yoga?

L’amore e la passione per il viaggio li ho da sempre, dal primo istante in cui mi hanno appoggiato a terra ed ho iniziato a gattonare in ogni angolo della casa, aprendo la porta e cercando di uscire per esplorare...

Ho sempre cercato fin dall’ università di fare tutti i lavori possibili per poter poi viaggiare ed iniziare a scoprire il mondo, per incontrare l’altro, perdermi, ritrovarmi, stupirmi, cambiare un punto di vista, allargare il mio modo di vedere la vita.

La Vita  è  un Viaggio, un meraviglioso viaggio fatto di scoperte, sguardi, incontri, emozioni continue ed anche imprevisti. Come l’anno in cui  ho fatto lo Sivananda Yoga Teacher Training in India e in tenda sotto la pioggia monsonica sono stata visitata da una zanzara tigre e mi sono ritrovata a dover strisciare sui gomiti senza poter camminare per settimane a causa della ChikunGunya.

Questo sicuramente non ha spento la mia passione per i viaggi e di emozioni ne ho vissute tante davvero, dal mio primo viaggio in India, dove sono andata per approfondire lo Yoga e la Meditazione che avevo avvicinato per superare un disagio fisico ed emotivo che ho superato proprio grazie a queste discipline.

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Me ne sono innamorata ed ho cominciato a girarla in lungo e in largo alla ricerca dei maestri spirituali per iniziare un viaggio interiore e poter trovare la risposta ai tanti quesiti che avevo sull’esistenza e la mente.

Ho vissuto lunghi periodi di diversi mesi isolata in ashram tradizionali, praticando Yoga in tutte le sue forme, non solo fisiche, meditando in silenzio per settimane, studiando le tecniche di respirazione e rilassamento, mangiando a terra su foglie di banano o con periodi di digiuni purificatori, dormendo circondata da simpatici o meno animaletti e incontrando e studiando con Maestri sconosciuti in occidente e con altri più conosciuti  fra i quali S.N. Goenka, Sua Santità XIV Dalai Lama, T.K.V. Desikachar, Swami Veda Bharati, Surinder Singh, Amma, B.K.S. Iyengar, e Yogi Chetan Maesh.

Sono grata a queste esperienze formative e trasformative indimenticabili che hanno contribuito a cambiare letteralmente la mia vita, dandomi la spinta per iniziare ad insegnare Yoga per condividere tutto quello che mi hanno trasmesso e aiutandomi a riconoscermi e a farmi sentire letteralmente parte del Tutto che ci unisce ed accoglie, rispecchiando ognuno di noi, nella sua unica e diversa bellezza.

2. Quale è stato il tuo primo viaggio?

Quello che ritengo il mio primo vero viaggio l’ho fatto a 18 anni, dopo aver letto l’Autobiografia di uno Yogi di Yogananda, ho deciso di affidarmi e partire completamente senza soldi, per la splendida cittadina di Assisi con solo il biglietto di andata e ritorno del treno.

Ero sicura che avrei trovato ospitalità in cambio del mio lavoro e raccontando la ragione di questa impresa per imparare la condivisione, la fiducia, lo scambio, e così è stato, già in treno avevo trovato una gentilissima suora che mi ha accompagnata al convento dove sono rimasta per alcuni giorni, andando poi a visitare i luoghi dove San Francesco, perfetto yogi,  si recava a meditare immerso nella natura.

3. Quali sono state le tue esperienze in Asia? Dove e come hai vissuto?

A 20 anni subito dopo la laurea ho fatto il  primo viaggio in India con una coppia di amici, ero un pò intimorita all’idea di viaggiare completamente sola, donna e cosi lontana da casa. Dopo aver capito meglio come potermi muovere mi sono lanciata e da allora ho scoperto la bellezza del viaggio in solitaria e per diversi anni ho viaggiato zaino in spalla, alla scoperta della Thailandia, Cambogia, Vietnam, Birmania, Malesia, Giappone, America, Africa.

Una continua scoperta lasciandomi guidare dalla curiosità, dagli sguardi,  dagli incontri, dall’intuito e dal caso, che per me non esiste.

Dandomi il regalo più prezioso per un viaggiatore, il Tempo, la possibilità di fermarmi ad osservare ed incontrare le persone: i lavandai che sbattono forte le stoffe sulle assi di legno in riva al fiume e le stendono sui Ghat ad asciugare creando un arcobaleno di colori,  la cura dei giardinieri Giapponesi coi guanti bianchi che raccolgono da terra anche la più piccola foglia, i piedi con le dita spaziose di chi è abituato a camminare sempre scalzo, le intense e rituali  preghiere dei pellegrini di tutta l’Asia avvolti dai fumi dell’incenso, i bambini nudi che giocano tuffandosi nel Gange, i colorati mercati locali e gli sguardi dei venditori, le mucche, capre e cerbiatti che vivono liberamente  in città … Stupendo !

Ho sempre cercato di conoscere le persone facendo corsi per insegnare diversi stili di yoga, massaggi, per imparare la loro cucina ...e  quasi in ogni luogo nel momento in cui si passa dall’essere turista ad essere viaggiatore, curioso dell’altro, scatta l’incontro ed inizia lo scambio, la relazione e la magia del Viaggio che trasforma.

4. Perché sei affascinata dall’India e cosa ti colpisce particolarmente della cultura indiana?

L’India è travolgente, emozionante,  imprevedibile, si magari non sempre politically correct o profumata o sinuosa ma è sicuramente la più incredibile e sconcertante, si mostra così com’è, senza filtri…. a 375°.

La realtà a 360° e’ la norma ma in India ci sono 15° in più di realtà, ti investe di colori, suoni, profumi, sorrisi, è impossibile chiudere gli occhi. L’ India la ami o la odi ma non può rimanerti indifferente proprio per la sua trasparenza, varietà, unicità ed impossibilità di omologarla.

Gli indiani possono mettere a dura prova la pazienza e allo stesso tempo ti spiazzano essendo adorabili, invitandoti a casa loro, offrendoti tutto ciò che hanno, dal cibo ad un letto con grandissima ospitalità.

Ricordo che nel mio primo viaggio l’autista prima di partire ci ha portati al suo villaggio per farci conoscere la famiglia ed i parenti, e entrati nella sua minuscola capanna siamo stati circondati da centinaia di persone curiose di incontrarci. Lui ha tirato fuori una scatoletta di latta ricolma di foto e nel suo inglese un pò stentato ci ha tenuto a mostrarcele raccontandoci dei suoi famigliari.

 

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5.Attualmente nell’Associazione Holiram sei esperta India… quali sono alcuni dei viaggi che hai fatto con i vari gruppi?

E’ per me emozionante poter condividere con altri viaggiatori  i luoghi e le persone che mi hanno profondamente colpito.  Un must che rimane nel cuore di tutti è il nostro viaggio in India del Sud, un viaggio nel cuore segreto dell’India patria dell’antica cultura dravidica: il Tamil Nadu. Andando alla scoperta dello Yoga di Krishnamacharia (fondatore dello yoga moderno) e avendo il privilegio di farci seguire in una lezione individuale di yoga theraphy, facendo un corso di cucina indiana da Manisha, vistando l’ashram di Ramana Maharshi, meditando nelle grotte della montagna sacra di Arunachala e incontrando Manohar e la vita ad Auroville.

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Siamo inoltre stati in India del Nord, percorrendo itinerari unici seguendo i sacri fiumi YAMUNA e GANGE con emozionanti ed indimenticabili sguardi sull’India. In barca abbiamo visitato il loro punto di incontro ad  Allahabad,  la capitale di tutti i centri di pellegrinaggio dove si svolge il Kumba Mela, passando per il romantico Taj Mahal e  la tantrica e sensuale Kajurao, passeggiando per la placida Orchha  fra bazar e un corso di cucina a casa di una famiglia indiana, per arrivare all’incredibile Varanasi, capitale spirituale dell’India.



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6. Raccontaci un fatto o un evento curioso che hai vissuto a stretto contatto con la cultura indiana.

Gli episodi sono davvero tantissimi, in India succede sempre di tutto. Vi racconto un aspetto che è quello della vicinanza fisica che mi ha subito colpita e divertita. Una volta a Puskar, una placida cittadina hippy che si affaccia su di un lago sacro, stavo meditando sull’ampia terrazza della guest house godendomi il tramonto in beata solitudine e silenzio.

Ad un certo punto sento  il rumore di un velo che si trascina a terra e dei passi che si avvicinano sempre di più a me, io da brava meditatrice rimango impassibile ed immobile e dopo pochi istanti mi ritrovo la signora indiana seduta al mio fianco, che punta il suo ginocchio contro il mio, guardandomi con un ampio sorriso un dente si e uno no.

Certamente hanno una diversa concezione delle distanze fisiche ed è difficile ritrovarsi soli in India, infatti ricordo un buffo episodio in treno in cui avevamo seduto vicino un ragazzo indiano che si appoggiava continuamente con la testa alla spalla del mio amico e nonostante lui ogni tanto la sfilasse e lo facesse ritrovare con la testa penzolante, l’indiano non si dava per vinto e come niente fosse si riappoggiava per dormire placidamente.

7. Come esperta Yoga e di meditazione, quali sono le caratteristiche peculiari del Viaggio in Himalaya?

In questo emozionante ed entusiasmante viaggio si visita il Ladakh, meraviglioso altopiano a un passo dal cielo blu, soprannominato il piccolo Tibet in quanto qui le maestose vette innevate hanno protetto per secoli antiche tradizioni tibetane mantenute immutate.

L'idea è di calarsi il più possibile nella realtà di questo popolo accogliente e sorridente che vive in questo luogo senza tempo, faremo esperienza di Home stay conoscendoli e vedendo dove e come vivono,  fare Yoga ad alta quota camminando  tra paesaggi mozzafiato con laghi cristallini sospesi fra terra e cielo, essere accompagnati dal monaco a visitare e meditare in affascinanti monasteri buddisti avendo la grande opportunità di conoscere la sua vita e porgli le nostre domande e curiosità.

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Costantemente avvolti dalla natura incontaminata, si incontra la Sciamana Tibetana di Leh per poi attraversare gli alti valichi e scendere attraverso la Valle degli Dei verso Manali e  Daramshala  dove si visita l’Istituto di Medicina e Astrologia Tibetano per ricevere una consultazione e visitare la residenza del Dalai Lama. Poi si partecipa alla puja notturna all’affascinante Tempio d’oro di Amritsar e alla buffa cerimonia al confine fra India e Pakistan.

Il viaggio si conclude visitando l’Old Market di Delhi sfrecciando fra i suoi stretti vicoli col Tuck Tuck e visitando l’ONG “Children of the World”, conoscendo questo splendido progetto per il sostegno e l’istruzione ai bambini di strada, incontri unici ci aiuteranno a vedere il mondo con altri nuovi occhi.